Lo ammettiamo. Causa pandemia, andare al cinema quest’anno si è rivelata impresa abbastanza ardua, tra zone rosse che mettevano il cinema fuori dal nostro raggio d’azione prima e tetris di quarantena poi. Purtroppo, questa volta, chiudiamo l’anno con più film aggiunti alla lista “da vedere” di sempre e pochissimi biglietti del cinema da conservare. Con la speranza di spostare la residenza al cinema di fiducia nel 2022. Shame on us, ma non è il momento giusto per autocommiserarci, quindi andiamo a cominciare.
Torna Top & Flop, con tanti commenti non richiesti e le nostre solite linee guida che potete riguardare qui sotto. Sono sempre le stesse da quando questa rubrica ha memoria e quindi, se siete già pratici, saltate senza remore ed andate alla parte di sostanza.
- I film presi in considerazione sono quelli visionati dalla redazione e usciti in ITALIA dal 1° Gennaio 2021 (con una delega al 24 Dicembre) al 31 Dicembre.
- Quando scriviamo top&flop non intendiamo il tutto in maniera assoluta e con flop intendiamo prevalentemente i titoli da cui ci aspettavamo di più; che ci hanno deluso, non film orribili che dovrebbero dissolversi nell’etere.
- Noi non siamo guru del cinema (altrimenti mica ci trovavate qui), non possediamo la Walt Disney Company, né tantomeno vantiamo la somma esperienza in cinema di Truffaut.
TOP
Dune
Capitan Ovvio, direte voi, ma dovete anche capire che questo lo abbiamo atteso dal giorno in cui è stato annunciato. E in più è stato rimandato di un anno. Quindi che ci è piaciuto noi lo urleremmo al mondo intero se potessimo. E poi cosa c’è da non amare? Una storia di dimensioni epiche, una sfilza di personaggi uno migliore dell’altro (compresi quelli che vorremmo buttare giù da una navicella spaziale), delle musiche stratosferiche a dimostrazione che Hans Zimmer ha fatto il lavoro della vita (per la terza o quarta volta di fila)e tre ore di film che a livello visivo si mette in tasca tutti, con standing ovation e bacio accademico. A questo punto possiamo dire solo una cosa: Academy Awards I am watching you!

Mitchell contro le Macchine
Che la Sony fosse da tenere d’occhio nel campo dell’animazione lo avevamo capito tutti guardando Spider-Man: Into the Spider-Verse. Quest’anno tutto ci è stato confermato da i Mitchell contro le Macchine, che parte da tranquillo (neanche tanto) road-trip movie, per poi trasformarsi, con grandissima nonchalance, in un vero e proprio racconto apocalittico. Non è tanto nella storia in sé che va ricercata l’originalità, ma nel modo in cui si è deciso di raccontare il tutto, tenendo sempre un occhio rivolto alla Cybercultura e senza mai prendersi troppo sul serio.

Suicide Squad
Il prequel è stato un tale buco nell’acqua, che qua avrebbero potuto seriamente starsene seduti in cerchio, tipo alcolisti anonimi, a fare una gara di sguardi con Weasel e noi gli avremmo comunque assegnato il top.
Ma è James Gunn e le cose quindi o si fanno bene e sopra le righe o niente.
Abbiamo pianto, e non solo dal ridere.

Jungle Cruise
A volte, sebbene raramente, bisogna ammettere di aver giudicato troppo in fretta e fare ammenda. Ecco, questa è una di quelle rare occasioni. Ora, Jungle Cruise non è nella top perché è il film della vita, ma perché prende da Indiana Jones e un po’ Pirati dei Caraibi e finisce per fare il suo lavoro decisamente meglio degli ultimi capitoli dei franchise a cui si ispira. Presenta un’avventura divertente e coinvolgente e con una serie di personaggi per cui, da spettatori, si prova un sincero interesse (che sembra facile, ma guardatevi intorno). E, cosa su cui non avremmo scommesso due euro prima di vederlo, il duo Blunt/Johnson ha una sua chimica e riesce a trasportare il film attraverso quei pochi momenti piatti che avrebbero rischiato di far naufragare il tutto.

FLOP
Cruella
Come già espresso nell’articolo relativo a questa pellicola, tutto molto bello esteticamente, ma a livello di trama non ci siamo proprio. Questo è un vero peccato perché le premesse per una buona origin story c’erano tutte, ma questa non è assolutamente la Crudelia De Mon che conosciamo e della quale abbiamo avuto paura da piccoli. Male, male, MALE!

Cinderella
E anche quest’anno ci siamo ritrovati a guardare l’ennesima trasposizione cinematografica di Cenerentola. Oramai siamo sicure che l’unica di queste versioni “moderne” riuscita veramente bene sia quella di Branagh, che presentava un arco narrativo di Ella e di tutti i personaggi in modo completo, chiaro e pulito. Qui, nella versione del 2021, tutto ciò manca, e mancano una serie di elementi che avrebbero reso questo film non diciamo BELLO ma, almeno FUNZIONANTE, soprattutto l’approfondimento dei personaggi. Robert, il principe, non ha capito ancora cosa vuole fare nella vita, vuole solo stare con Ella. La matrigna che farà ora? Farà sposare le figlie a qualche altro pretendente? Tornerà a suonare il piano? I topi? Che faranno? Le sorellastre?
Ma soprattutto, i personaggi cosa hanno capito di nuovo, che all’inizio non sapevano? Che l’amore li salverà? Ma questo lo sapevano già ad inizio film!
Confuse, siamo davvero confuse su tutto ciò. Meno male che c’è Billy Porter!

House of GUCCI
Ecco a voi la prova di come si riesca a rendere una storia affascinante, realmente accaduta oltretutto, un minestrone di stereotipi americani nei confronti dell’Italia. Niente in questo film, o forse poco poco, rispecchia la realtà dei fatti: lasciando perdere che la metà delle riprese di Milano non erano di Milano, ma forse Roma, i personaggi ritratti da Ridley Scott non sono quelli che hanno caratterizzato la storia della famiglia di stilisti, non hanno quei caratteri e neppure quell’aspetto. E, premesso che non c’eravamo, trovo difficile che a Milano, in Piazza Duomo, si mangiassero i panzerotti di Luini come street food, così mangiate voi a New York! Stendiamo un velo pietoso sul personaggi di Jared Leto, ovvero Paolo Gucci. Che avete combinato? L’avete reso una macchietta, un buffone, la caricatura BRUTTA del povero Gucci. Film super bocciato!

