E Settembre fu.
A nessuno piace Settembre. La scuola, l’università, la sessione, il lavoro, le nubi, la pioggia, serie tv lontane ancora parecchie settimane. Non è il mese più entusiasmante dell’anno.

Ma non per quanto riguarda il cinema. Sarà che non si va più in spiaggia, sarà la Mostra del Cinema di Venezia ancora nell’aria; ma Settembre è di solito un ottimo mese per il cinema in Italia, fin troppo buono. Diciamo pure che non si sa dove spendere i soldi e non c’è tempo materiale per vedere tutto. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare e anche se un po’ in ritardo noi abbiamo deciso di cominciare da Baby Driver.

Dire che questo film ha creato alte aspettative è sdrammatizzare: dall’uscita nelle sale americane lo scorso Giugno è stato tutto un susseguirsi di trailer esagerati, clip a ritmo di musica e recensioni più che lusinghiere. Tutti ne parlano, tutti lo vedono, tutti lo amano.

E fino ad un certo punto lo amiamo anche noi. Ma andiamo per gradi.
Baby (sì, viene chiamato così per tutto il film) è un ragazzo in fissa per la musica che per lavoro scarrozza criminali in giro per la città, scansando macchine della polizia, dopo le rapine. Suo “datore di lavoro” è Doc (si sono dati alla pazza gioia con i nomi e credetemi non è finita qui), che cerca bande diverse per ogni rapina e organizza tutto nei minimi particolari, ma che crea una bomba pronta ad esplodere quando mette insieme per un colpo Baby, “Pazzo”, Buddy e Darling (atmosfera da film vietato ai minori, no?). Il nostro protagonista non è proprio in vena, specialmente dopo aver conosciuto la bella Debora e vorrebbe galantemente tirarsi indietro, ma le cose non andranno esattamente come sperava.
La prima sequenza è fenomenale. I primi minuti di un film non mi appassionavano tanto dai tempi di Kingsman: un inseguimento urbano a ritmo di musica davvero grandioso! E senza distruggere nessuna legge della fisica per giunta!

Tutta questa adrenalina è seguita da un piano sequenza che accompagna i titoli di testa davvero bellissimo con delle mosse alla La La Land unite ad un sound in pieno stile Guardiani della Galassia che crea un mix esilarante, che alla fine Ryan Gosling levati.

Ansel Elgort riesce a ritagliarsi il suo spazio anche se circondato da giganti, ma sono le scene corali che fanno esprimere al film il massimo potenziale. Nell’allegra banda Jon Hamm surclassa tutti, mettendosi in tasca tutti gli attori premio Oscar vari ed eventuali presenti nel film, sarebbe stato davvero bello scoprire di più sul suo conto e sulla sua relazione con Darling. Debora aka Lily James è stata invece un po’ una delusione, non per l’attrice, ma per il personaggio in sé : la classica donzella in pericolo che vuole cavalcare (guidare, fa lo stesso) verso l’arcobaleno. E il suo doppiaggio non ha aiutato a farla piacere di più.

Davvero piacevoli invece le scene con Baby e Joseph, suo padre adottivo, l’interazione tra i due è stata straordinaria e molto più interessante rispetto a quelle con Debora.
Devo poi ammettere che la prima metà del film funziona molto meglio della seconda, se nella prima ora c’è un continuo crescendo del ritmo, lo stesso non può essere detto della seconda parte, che non prosegue in modo omogeneo e provoca parecchi cali dell’attenzione: sembra quasi che si siano ritrovati a dover comprimere il tutto negli ultimi 40 minuti, finendo per mettere le varie scene una dietro l’altra e da questo punto di vista il montaggio che all’inizio funzionava così bene si è ritrovato ad essere un po’ zavorra.

Ma Baby Driver è principalmente un film d’azione e quella funziona per tutto il film. L’adrenalina non manca mai e anche se siamo lontani anni luce da mirabolanti effetti speciali ciò che si vede e la musica sono più che sufficienti per sopperire ad una sceneggiatura bella, sotto alcuni versi particolare, ma purtroppo non magistrale.

